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Lugano com'era

125 anni di cambiamenti nell'urbanistica luganese (1859-1975)

Molti di noi vorrebbero che le cose non cambiassero, ma siamo costretti dalla vita ad accettare crisi, conflitti e a rimettere in discussione di continuo il nostro percorso, a separarci dai beni e dalle persone. La Città è l’insieme anche di queste cose; la sua storia non è solo quella delle sue mura e quando pensiamo alla “Lugano che fu” compiamo un atto di memoria, di ricostruzione positiva, da cui trarre stimolo e forza per i compiti che ci competono.

Lo spirito dei luoghi è sempre vivo e sopravvive anche quando cambiano i manufatti, le architetture e la topologia degli spazi. Lugano ha certo subito delle ferite profonde nel suo tessuto urbano; anche nel suo recente passato ha conosciuto la distruzione di sue parti importanti che oggi non esiteremmo a conservare, a inserire senza dubbio nell’elenco dei beni da proteggere, come il vecchio Ospedale, il suo bel chiostro così come molti altri angoli storici di Lugano, il quartiere di Sassello. Si sono certo commessi degli errori, ma solo con il Piano Regolatore del 1983 abbiamo potuto avvalerci di strumenti pianificatori adeguati, degli strumenti per salvaguardare il centro storico e oggi disponiamo di un abbondante inventario per la protezione di molti edifici.

La rassegna “Lugano com’era” qui presentata, che mantiene lo stesso titolo e alcuni testi del libro edito nel 2012, si prefigge di riassumere i mutamenti avvenuti nell’urbanistica luganese specie nell’arco temporale che va da metà ‘800 a quasi la fine del ‘900. Questi cambiamenti sono facilmente rilevabili confrontando le immagini di ieri e di oggi riportanti la stessa numerazione.

Monte Brè, San Salvatore e Paradiso

Il monte Brè e il monte San Salvatore incorniciano il golfo di Lugano. Il monte Brè, alto 933 m, presentando varie zone collinari o non troppo scoscese nella sua prima metà, ha permesso la costruzione di strade che hanno facilitato l’insediamento urbano. In assenza di regolamentazioni rigide, su buona parte di questo comprensorio è avvenuta un’enorme speculazione edilizia durante tutta la seconda metà del ’900. Il discorso per il monte San Salvatore è parzialmente diverso. La montagna, alta 912 m, piuttosto impervia già a partire dalle alture di Paradiso, non ha permesso uno sfruttamento edilizio massiccio come è avvenuto per il monte Brè.

Il nostro esame inizia da Paradiso che, pur non facendo amministrativamente parte di Lugano, dal profilo storico, geografico e urbanistico ha origini e caratteristiche comuni.

Riva Paradiso costituiva in passato un’importante tratta della strada cantonale per Melide e Capolago e rappresentava il prolungamento della futura riva Caccia di Lugano. All’incontro delle due rive vi era l’elegante Debarcadero di Paradiso. A sud sorgeva un tempo l’Hôtel des Anglais, con il Salon restaurant de Paris, aperto nel 1906 che disponeva del primo servizio navetta per gli alberghi di Lugano e dintorni. Fu demolito nel 1924 per permettere l’allargamento del lungolago.

 

Al n. 1 di riva Paradiso figurava il vecchio albergo Eden. Edificato nel 1906 inizialmente come Reichmann au Lac, prese il nome di Grand Hôtel Eden nel 1916. La lussuosa costruzione possedeva una terrazza sul lago lunga ben 100 metri e una capacità di 120 letti. Venne demolita negli anni ’60 per far posto al nuovo albergo portante lo stesso nome, che si è ampliato in anni successivi anche sull’altro lato della strada.

Proseguendo verso sud, sempre sul lato del lago, sull’originaria Villa Laguna, antecedente il 1898, successivamente venne aperto l’albergo Conca d’Oro; più volte rimaneggiato in seguito, ha chiuso alla fine degli anni ’90 per divenire un condominio. Fra l’albergo Conca d’Oro e il Capo San Martino si trovava la fabbrica del gas di Paradiso, aperta nel 1908 e chiusa nel 1941.

 

Sul lato opposto dell’arteria, verso il monte, si affacciavano molte ville ed edifici di pregio. Quasi tutto è stato demolito, come gli alberghi:

 

–  Beau Rivage. Ricavato da una villa preesistente di fine ’800, l’edificio fu ampliato come hotel nel 1910 e negli anni ’70 fu raso al suolo per costruire un lussuoso condominio.

–  Grand Hôtel Europa. E’ stato il primo grande albergo di Paradiso (1899). Ampliato nel 1910 disponeva di ben 165 letti. Dopo diversi cambiamenti di proprietà e vicissitudini finanziarie, la struttura fece posto all’inizio del terzo millennio ad un grande e lussuoso complesso condominiale caratterizzato da un’architettura sicuramente d’avanguardia.

Anche l’interno di Paradiso ha vissuto profondi cambiamenti edilizi negli ultimi 50 anni. Un tempo, non distanti dal lago, sussistevano bellissime ville e graziosi alberghi in stile liberty, nati nei primissimi anni del ’900 grazie al boom turistico. Ora, quasi tutti questi edifici sono stati abbattuti. Ne ricordiamo due di particolare pregio:

– Hôtel Ritschard, risalente al 1895 con capacità di 100 letti, situato in via Cattori, ricavato dalla trasformazione di una villa, demolito nel 1974.

– Hôtel Kempler presente sempre in via Cattori, ma sul lato opposto, con una capacità di 60 letti, ottenuto da una sapiente ristrutturazione di una villa del 1901 con torretta d’angolo. In esercizio fino agli anni ’80, l’edificio è stato in seguito abbattuto per far posto ad un nuovo palazzo amministrativo.

Riva Antonio Caccia e Belvedere

Entrando in riva Caccia provenienti da Paradiso, un tempo avremmo tra l’altro potuto ammirare sulla sinistra:

 

–  Cecil. Palazzo del primo ’900, era dotato di spaziosi locali, di un grande caffé con terrazza, appartamenti signorili ed adibito anche a casinò. Venne demolito nel secondo dopoguerra.

–  Villa Apostoli. Poco più a nord dell’Albergo Splendide, essa era stata eretta tra il 1905 e il 1906 quale elegante edificio vittoriano. Le facciate, caratterizzate da mattoni rossi avevano finestre e balconi molto elaborati. Fu abbattuto negli anni ’60 per far posto all’Albergo Commodore, trasformato a sua volta negli anni ’90 in un condominio di lusso.

–  Villa Beretta–Piccoli. Costruita nel periodo della prima guerra mondiale dall’architetto Bernardo Ramelli per la famiglia Beretta–Piccoli in stile classico, con una grande torretta d’angolo, l’abitazione era ubicata sulla biforcazione di riva Caccia con via Mazzini. Fu demolita negli anni ’70 per far posto ad un palazzo abitativo e commerciale.

Su riva Caccia, subito dopo la biforcazione con via Mazzini, appariva la magnifica struttura del Park Hôtel. Edificato all’inizio dell’800 quale villa signorile, diventò nel 1874 una dépendance del vicino Hôtel du Parc (Grand Palace). L’albergo con 130 letti, in esercizio fino al 1960, venne abbattuto subito dopo per far posto al complesso del Central Park. Verso la fine di riva Caccia, al posto dell’odierna rotatoria vicina a piazza Bernardino Luini, venne cancellato tra il 1914 e il 1918 il complesso di S. Elisabetta (chiamato anche Belvedere dai luganesi), con le pensioni Belvedere e Ceresio, per realizzare il grande “Quai”. Dopo il rifacimento del lungolago furono ridisegnati i giardini e creato il Padiglione della Musica su progetto dell’architetto Americo Marazzi. Questa costruzione, inaugurata il 14 settembre 1924 e utilizzata prevalentemente per concerti ed eventi musicali all’aperto, fu demolita verso la fine degli anni ’50.

Piazza Bernardino Luini

Proseguendo il cammino verso riva Vincenzo Vela, ossia il tratto di lungolago che va dalla rotonda del LAC fino a piazza Manzoni, si arriva in piazza Bernardino Luini (già piazza Guglielmo Tell per la presenza della famosa statua scolpita da Vincenzo Vela). Proprio attaccato alla celebre chiesa di Santa Maria degli Angioli si trova l’imponente struttura dell’ex Albergo Palace (già Hôtel Du Parc), in origine appartenente al cinquecentesco convento dei frati minori, chiamato anche Convento dei Riformisti.

L’immobile venne rilevato nel 1848 dal governo cantonale e acquistato all’asta nel 1851 da Giacomo Ciani che decise di trasformarlo in albergo, conservandone l’originario chiostro. L’albergo fu inaugurato nel 1855 con il nome di Hôtel du Parc. Nel 1903 si ampliò con l’aggiunta di due piani e riaprì sotto il nome di Grand Hôtel Palace per restare in attività, con una capacità di 180 letti, fino agli anni ’60. Dopo alterne vicende, caduto in rovina, è divenuto in anni recenti una struttura condominiale di lusso, conservativa delle vecchie facciate, a cui si è affiancato, in stile moderno, il nuovo centro culturale LAC Lugano.

Pochi metri più a nord, sulla destra all’imbocco di via Nassa, esisteva una volta l’Oratorio S. Maria Annunziata, piccola chiesa a pianta centrale eretta nel 1626. Questa fu demolita nel 1896 per allargare il lungolago in funzione del nuovo assetto viario della città e dell’entrata in esercizio della prima linea tranviaria luganese (Lugano centro–Paradiso).

Sull’area dell’oratorio fu costruito poco dopo il palazzo De Micheli, su progetto dell’architetto Ernesto Quadri, che all’inizio del ’900 divenne anche sede dell’Hôtel Continental. Questo edificio presentava una torretta belvedere, demolita successivamente per la sopraelevazione di un piano.

Riva Vincenzo Vela e piazza Carlo Battaglini

Camminando per un centinaio di metri in riva Vela verso nord si arriva in piazza Carlo Battaglini. Quest’area, che nel 1942 prese il nome dall’illustre statista luganese (1812–1888), già in precedenza ospitava un monumento a questi dedicato. Sul lato della piazza, in direzione di via Nassa, vi era una serie di case a tre piani della famiglia Bianchi, che furono distrutte negli anni ’60 per far posto a delle strutture moderne.

Ritornando su riva Vela, subito dopo il bel palazzo Primavesi eretto negli anni 1902–1903 su progetto dell’architetto Guidini, con la caratteristica torre con solaio dalle finestre palladiane, prima dell’albergo Walter, esistevano tre edifici significativi.

Il più imponente era l’Albergo Lloyd, situato accanto all’Hôtel Walter, edificato su progetto dell’architetto Otto Maraini agli inizi del ’900 al posto del vecchio Restaurant Brasserie Walter. Sviluppato su sei piani, l’hôtel poteva alloggiare un centinaio di ospiti e la sua imponente ed elegante struttura classica era visibile sia da chi passeggiava sul lungolago, sia dai viaggiatori dei vaporetti che attraccavano al vicino imbarcadero. Purtroppo anche questo albergo fu demolito negli anni ’60 per far posto alla sede in stile moderno di una grande banca. Ironia della sorte anche questa banca oggi non esiste più e il palazzo, dopo alterne vicende, è stato ristrutturato completamente da un imprenditore privato.

Per quanto riguarda gli altri due edifici (ospitanti a suo tempo l’Albergo Lugano), analoga sorte di demolizione era loro toccata qualche anno prima, per erigere l’Albergo Excelsior. Anche quest’ultimo non esiste più essendo stato trasformato pochi anni fa in un condominio di lusso, fortunatamente con una facciata di discreto aspetto.

Piazza Rezzonico

Piazza Rezzonico porta questo nome dal 1891 in onore dell’omonimo ricco cittadino luganese, generoso benefattore verso diverse istituzioni sociali della città, tra cui l’Ospedale di Lugano e la Casa per anziani. Un tempo denominata piazza del Grano, essa ospitava anche il palazzo doganale (da cui il nome all’attigua via Dogana Vecchia). Era in origine la più grande delle due piazze che affiancavano il Palazzo Civico. Dopo il rialzamento del lungolago ne divenne la minore. Con la costruzione di riva Vela nel 1891 la piazza venne aperta verso sud e nel 1895 fu arricchita di una fontana neobarocca, tutt’ora esistente, progettata dall’architetto Otto Maraini e donata da Antonio Bossi, ricco commerciante del tempo e consigliere nazionale.

La piazza ha mantenuto nel complesso la linea architettonica della fine dell’800, con qualche eccezione come l’attuale spazio adibito a parcheggio contornato da pini marittimi e una struttura ricostruita recentemente, in maniera garbata, che ha la facciata anche in via Nassa. Se si fa il confronto con altre piazze cittadine, sicuramente la si può ritenere un angolo del passato luganese ancora ben conservato.

Via Nassa e Contrada di Sassello

Via Nassa, un tempo chiamata anche Contrada di Carona o di San Carlo, deve il suo nome agli omonimi attrezzi per la pesca. Con via Pessina è la più antica strada di Lugano.

Dopo l’apertura di riva Vela numerose case vennero riattate o ricostruite con le facciate rivolte verso il lago. Dopo il rifacimento delle canalizzazioni nel 1921 fu sostituita la pavimentazione di ciottoli con le corsie in granito per i carri. In anni recenti è stato realizzato un nuovo lastricato con materiali di pregio.

 

Inoltrandoci in via Nassa da piazza Battaglini in direzione di piazza Maraini, possiamo notare degli interventi architettonici se non eccelsi almeno accettabili, fino all’odierno palazzo Coop (ex Epa). A questo punto il discorso cambia se osserviamo le costruzioni sul lato sinistro di via Nassa.

Praticamente tutto il contesto urbano che abbraccia il suddetto palazzo Coop, da piazzetta San Carlo con gli edifici di una grande banca, verso l’autosilo di via Motta e fino a piazza Maraini, fu raso al suolo tra il 1938 e il 1942. Parliamo della vecchia Contrada di Sassello, quartiere molto caratteristico e un tempo definito la “culla della città di Lugano”. Vi vivevano ed operavano le classi più umili della società luganese.

L’imponente demolizione fu motivata da aspetti igienici e di salute. Probabilmente oggi si cercherebbero altre soluzioni meno drastiche tendenti a valorizzare almeno una parte di quel dedalo di viuzze ormai scomparse. Le vecchie costruzioni furono sostituite da moderni edifici, tra cui quelli che fanno da cornice alla nuova piazzetta San Carlo all’inizio di via Motta, caratterizzati da un design di stampo littorio, di moda in quel periodo storico.

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