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Contrada di Verla e Vecchio Liceo

L’attuale Contrada di Verla si chiamava un tempo Contrada del Liceo (più tardi nel 1906 venne denominata via Pietro Peri, nome che passò poi all’attuale via che parte da piazza Dante e sbocca in via Cantonale) e ospitava il convento e il collegio dei Padri Somaschi, situato ad est della chiesa di S. Antonio.

Nel 1852 il convento venne demolito e sostituito dal ginnasio e dal liceo cantonale. Dopo il trasferimento della scuola nel nuovo Palazzo degli Studi in viale Cattaneo nel 1904, l’immobile venne abbattuto nel 1908, anche perché a poche decine di metri c’era già l’altra imponente struttura delle scuole comunali. Su questa zona sorsero il nuovo palazzo postale e un tratto di via Magatti. Il vecchio liceo comprendeva un museo di storia naturale ed ospitava la biblioteca cantonale. Molto suggestive sono le foto d’epoca che riportiamo in questo contesto.

 

In una sono evidenziati i muri del lungo edificio scolastico tappezzati da molti manifesti. Altro intervento fu quello della demolizione alla fine degli anni ’50 di una serie di edifici in via Verla, per far posto alla sede della banca UBS. Oltre al già citato Palazzo Daminelli, che aveva sostituito un caseggiato di quattro piani demolito nel 1921, possiamo notare dalle immagini in nostro possesso altri due contesti non più esistenti: il ricordato vicolo che portava alla grande struttura delle scuole comunali e la vecchia sede della stessa banca, che si trovava proprio di fronte al nuovo palazzo postale.

Piazza Dante

Tutti i lati di piazza Dante sono stati toccati da demolizioni ripetute e rifacimenti oltremodo speculativi e poco armoniosi rispetto al patrimonio architettonico di fine ’800. Già piazza S. Antonio, poi piazza Liceo e dal 1920 con l’attuale denominazione, piazza Dante rappresenta, con piazza Cioccaro, piazza della Riforma, via Nassa e via Pessina, il nucleo storico di Lugano. Con la sua forma triangolare costituisce un nodo viario importante: a nord con via Peri, ad est con la Contrada di Verla e a sud con via Pessina e via Luvini.

A seguito dell’ampliamento di via Pretorio e dell’apertura di via Magatti, con la soppressione della via tranviaria che in quel punto si biforcava, la piazza è divenuta zona pedonale.

Ai primi del ’900 si procedette alla ristrutturazione di diversi edifici e alla sistemazione della facciata della chiesa di S. Antonio (completata nel 1919), resa necessaria a seguito della demolizione nel 1908 dell’annesso vecchio liceo e dell’apertura della via Magatti lungo il suo fianco est, con la scomparsa della sagrestia. Accanto alla chiesa (lato ovest) si trovava una casa abitativa con negozi, costruita nel 1850 e riattata più volte. Fu demolita negli anni ’50 per far posto alla sede della Banca Unione di Credito. Nel lato ovest della piazza figurava il palazzo di Pietro Airoldi del 1900 con caratteristiche neorinascimentali, demolito a metà degli anni ’60 per accogliere l’emporio Innovazione che già occupava l’area.

Al lato nord esisteva invece un bel palazzo del 1905 che ospitava il Caffè Brusa, con facciata decorata. Nel 1920 questo subì una radicale trasformazione per la Banca Unione di Credito, assumendo un bell’aspetto rinascimentale. La stessa banca si trasferì poi nell’immobile di fronte ed anche questo edificio fu demolito, unitamente all’attiguo palazzo che ospitava il Caffè Lugano, altro storico ritrovo luganese. Sulle sue ceneri è sorta una grande struttura commerciale con uffici. Ecco dunque in sintesi l’evoluzione urbanistica di questa piazza, di cui di storico è rimasto veramente poco.

Via Luvini, via Soave, via Vegezzi, quartiere di Cortogna e via Magatti

Via Giacomo Luvini, già facente parte con questo nome della Contrada di Verla dal 1891, fu sistemata ed allargata nel 1910, dopo l’abbattimento del vecchio liceo. Da segnalare l’esistenza fino alla fine degli anni ’60 di un palazzo in stile barocco ed un altro in stile rinascimentale del primo ’900, ambedue abbattuti per far posto a edifici bancari.

Da rilevare all’angolo sud con piazza Riforma (in Crocicchio Cortogna) purtroppo la chiusura negli anni ‘70 del mitico Ristorante-birreria Gambrinus, risalente al 1920. La birreria aveva dei bei locali in stile liberty, con preziosi pannelli decorativi di Edoardo Berta e Gioachimo Galbusera.

 

Via Francesco Soave, già Contrada della Corona, seppur piccola, è un’importante arteria del centro poiché mette in comunicazione piazza Cioccaro con via Pessina e via Luvini. Essa si presenta nel complesso ben conservata anche se ha visto nel primo ’900 diverse ed importanti ristrutturazioni edilizie.

Via Gerolamo Vegezzi è una via di comunicazione relativamente giovane, essendo nata dal rifacimento del quartiere di Cortogna (abbattimento del vecchio liceo e costruzione della nuova posta). Ad eccezione del palazzo d’angolo verso sud con via Luvini, in stile rinascimentale ospitante attualmente la sede della Banca Popolare di Sondrio, le strutture edilizie in questa via sono d’impronta moderna.

Via Massimiliano Magatti, già via Ceresio, è dedicata all’omonimo avvocato (1821–1894), eminente politico luganese, Consigliere di Stato e attivo rappresentante del Ticino a Berna quale Consigliere Nazionale. La strada è stata tracciata nel 1910 in occasione dei lavori di ammodernamento del centro storico. Con la demolizione dell’immobile che ospitò un tempo l’Albergo Svizzero, avvenuta nel 1933, l’arteria fu prolungata verso nord, dopo l’incrocio con via Canova. Fatta eccezione per gli edifici a sud dell’intersezione con via Canova, in particolare il palazzo dei Conti Riva (già sede della scomparsa Banca della Svizzera Italiana) e l’immobile di fronte alla banca stessa, il resto delle costruzioni risalenti al secondo dopoguerra non appaiono di particolare rilievo.

Salita Chiattone e via Peri

La Salita Chiattone, pittoresca scalinata che collega via Peri con via Cattedrale, costruita nel XVI sec. con il nome di via Nuova, venne intitolata nel secondo dopoguerra ai due artisti ticinesi Mario ed Antonio Chiattone. Al n. 12 figurava il Ristorante Venezia, sistemato nella seconda metà dell’800 in un’ala dell’antico Convento di S. Caterina del XIII sec. Esso possedeva un suggestivo loggiato e un campo di bocce. I luganesi lo chiamavano affettuosamente il Conventino. Al suo interno si potevano ammirare meravigliosi soffitti a volta. Malgrado il suo indubbio valore storico ed artistico fu abbattuto nel 1974 fra le proteste generali, per far posto al ristorante dei grandi magazzini Innovazione.

Via Peri, denominata anticamente Contrada delle Cappuccine in relazione alle suore del Convento e Chiesa di S. Giuseppe, nel 1888 cambiò nome in via Carlo Battaglini e più tardi prese il nome dell’avvocato luganese Pietro Peri (1794–1869). In via Peri, oltre allo scomparso Convento di S. Caterina, che si trovava nei pressi dell’odierna Chiesa dell’Immacolata, esistevano dei caratteristici palazzi abitativi con attività commerciali; fra questi l’Albergo Ristorante Del Pozzo (vicino all’angolo della Salita Chiattone), demolito per realizzare il nuovo palazzo Innovazione (ora Manor). Sempre sulla sinistra, dopo la Salita Chiattone, in direzione nord fu abbattuta una vasta area per costruire la Banca del Sempione.

Analoghe demolizioni avvennero sul lato destro, sempre in direzione nord, specie nella parte terminale della strada verso via Cantonale, dove un tempo faceva bella mostra di sé il Cinema Odeon. Questo particolare edificio, con facciata principale su Corso Pestalozzi, venne aperto nel 1911 e come struttura ricordava le architetture delle esposizioni fin-de-siècle. Anche nella contigua via Ludovico Ariosto, che conduce da via Peri a via Pretorio, già denominata vicolo dell’Immacolata e poi vicolo Pretorio, con l’attuale nome dal 1943, il piccone è stato impietoso.

Piazza della Riforma

Piazza della Riforma (già piazza Grande), porta questo nome dal 1830 in ricordo della riforma della costituzione. In parte circondata da portici a pianta irregolare, la piazza era sorta nel tardo medioevo.

L’area vide dapprima la costruzione nel 1346 del Palazzo Vescovile e successivamente ai primi dell’800 la ristrutturazione del Pretorio (di origine quattrocentesca, dal 1919 occupato dalla Banca dello Stato). Con la costruzione nel 1808 del Teatro Sociale il lato sud della piazza assunse un aspetto neoclassico, consolidatosi con l’edificazione del Palazzo Civico, sorto sul sedime del Palazzo Vescovile nel 1844. Singolare e molteplice è stata la destinazione di questa imponente costruzione: quale sede del Governo cantonale nei periodi 1845–1851 e 1863–1869; come Albergo del Lago tra il 1852 e il 1862 e poi Albergo Washington dal 1870 al 1889. Dal 1890 è sede stabile del Municipio.

Al posto dell’immobile del Credito Svizzero (fronte ovest della piazza), al n. 6, sorgevano un tempo due antiche case (una ospitava la Manifattura Tabacchi Bosia), demolite e ricostruite nel 1916–1917 in un unico palazzo in stile rinascimentale. Anche questo stabile ha visto negli anni importanti ristrutturazioni, soprattutto nei suoi interni. Nel complesso possiamo però affermare che piazza della Riforma si presenta oggi ancora in una veste armoniosa e rispettosa del suo glorioso passato.

Piazza Manzoni

Già piazza della Bandoria o Baldoria e dal 1888 piazza Giardino, prese l’attuale nome di piazza Manzoni nel 1923. L’area ha visto nel corso di diversi decenni profonde ristrutturazioni, passando da spazio incolto a giardino e piazza prospiciente il lago. Nel 1889 venne demolito il vecchio Teatro Sociale accanto al Palazzo Civico, procedendo alla realizzazione di un ampio giardino con fontana nel 1900-1905, costituita da rocce in tufo.

Sul lato nord, all’angolo con piazza della Riforma, un tempo figurava la casa Agnelli del XVII sec., demolita nel 1814 per far posto al palazzo progettato dall’architetto Maraini per conto della Banca Popolare di Lugano (ora UBS).

Sulla parte terminale est troviamo la neoclassica Casa Airoldi, palazzina rettangolare fatta erigere nel 1835 da Gottardo Airoldi, direttore delle poste, sull’area di un’antica costruzione rustica in pietra. Da rilevare ancora che un tempo questa casa disponeva di un giardino che guardava verso il lago, in cui Airoldi nel 1844 fece addirittura costruire uno stabilimento balneare.

Questa struttura, unitamente alla palazzina attaccata al corpo principale della Casa Airoldi, venne abbattuta verso la fine dell’800 per realizzare il tratto terminale del lungolago verso Villa Ciani.

Si può dire però che anche piazza Manzoni nel suo complesso si presenta ancora bene, grazie alle sapienti ristrutturazioni e abbellimenti delle varie facciate degli edifici circostanti, e all’esistenza naturalmente dello storico stabile dei Conti Riva. Questo, risalente al 1747, costituisce infatti uno dei maggiori esempi di architettura tardobarocca del Cantone Ticino.

Via degli Albrizzi, via della Posta, vecchio Ospedale e via Al Forte

Già vicolo Nuovo e poi vicolo Giardino, l’attuale nome di via degli Albrizzi risale al 1943. La strada si congiunse a via della Posta quando quest’ultima nel 1950 venne raddrizzata ed allargata al momento della costruzione dell’immobile dell’allora Banca del Gottardo, nel luogo in cui una volta si trovava il Palazzo Bellasi, un massiccio edificio settecentesco con fronte principale in via Canova.

 

Superando l’incrocio con via Canova si entra in via della Posta. Un tempo Contrada dell’Ospitale, tra il 1908 e il 1914 fu allargata a seguito della demolizione degli immobili delle scuole cantonali, del vecchio Ospedale Civico e delle chiese di S. Maria Incoronata e S. Marta. Pregevoli erano i porticati a chiostro dell’ospedale, come pure i contenuti architettonici interni delle due chiese. Tutto ciò costituì un’altra profonda lesione al patrimonio urbano ed artistico luganese. Sull’ala nord dell’ex ospedale sorse il palazzo delle Dogane (ora edificio amministrativo e commerciale) e lo spiazzo formatosi fra quest’ultimo e la demolizione della vecchia posta di via Canova fu adibito ad area di mercato fino al 1930. Successivamente vi furono costruiti i palazzi della Galleria con triplice apertura e portici.

 

Via Al Forte già Contrada dei Molini, era il prolungamento della Contrada di Verla e conduceva verso piazza Castello, ora piazza Indipendenza. Nel 1891 assunse l’attuale nome che ricorda le fortificazioni che, secondo le tradizioni, sorgevano nella zona. Le vecchie costruzioni di via Al Forte furono sostituite all’inizio del secolo scorso da palazzi di un certo pregio.

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